mm "Perdonaci e aiutaci..." - L'Azione
Chiesa

"Perdonaci e aiutaci..."

Ecco l’omelia di Mons. Francesco Massara, Vescovo di Fabriano-Matelica, che ha officiato questa mattina nella chiesa Collegiata di Cerreto d’Esi il funerale di Concetta Marruocco, la 53enne infermiera uccisa dal marito il 14 ottobre scorso.

Cari fratelli e sorelle,

una terribile tristezza ci ha sorpresi con inaudita violenza e, ora, fa traboccare i nostri cuori di un dolore indescrivibile. Siamo smarriti e profondamente addolorati per il tragico avvenimento che ha scosso Cerreto e tutto il nostro territorio; un evento sempre unico nella sua drammaticità ma che, purtroppo, sta diventando una notizia all’ordine del giorno: l’omicidio di una donna, di una moglie e di una madre che, stavolta, si chiama Concetta, colpita per mano di un uomo che, ha compiuto contro di lei un irreparabile ed assurdo gesto di morte. Con tutta la sincerità e la delicatezza che il momento richiede, voglio dire che non ho parole all’altezza di tanto dolore. Mi trovo qui con tutti voi, soprattutto con i familiari e i tanti amici di Concetta, innanzitutto per condividere lo strazio di questo tremendo dolore, ma anche per restare al cospetto di questo ennesimo tragico evento del quale, ancora una volta, ci domandiamo il senso e la sproporzione. Per dare pace a questa inquietudine e pensando di ben interpretare i sentimenti di ognuno di noi, mi sono lasciato consolare dall’unica Parola che, come dolce balsamo di vita, può riscaldare il nostro cuore rimasto agghiacciato dalla drammatica vicenda a causa della quale siamo qui riuniti. Ancora commosso e interiormente toccato dall’uccisione di Concetta, faccio mie - e spero nostre - le parole del Salmista: “Dal profondo a te grido Signore. Signore ascolta la mia voce. Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia preghiera!” (Sal. 130). Dal profondo del dolore e dell’angoscia, la nostra voce, pur rotta dall’emozione, ha la forza di gridare PERDONACI Signore perché ancora una volta, come comunità umana, sociale e religiosa, non abbiamo saputo fare tutto il necessario per evitare che l’ennesima crisi familiare sfociasse in tanto pianto, dolore, sangue, oscurità e morte. PERDONACI Signore perché siamo bravi a dire cosa sarebbe giusto fare, ma lo siamo molto meno ad offrire una presenza, una relazione, un porto sicuro a chi si trova nel bisogno, perché spesso siamo troppo preoccupati di curare le nostre piccole ferite e non ci accorgiamo di chi vive nell’ombra e nel terrore della morte. PERDONACI per tutte quelle volte in cui abbiamo detto, promesso e perfino giurato: «Mai più tanto strazio, mai più queste tragedie, mai più violenza sulle donne, mai più femminicidi!», ma abbiamo omesso di fare ognuno la nostra parte, di impegnarci a soccorrere la nostra società alla deriva che si nutre di egoismo, superficialità ed indifferenza, che si maschera nell’individualismo e nel narcisismo senza limiti. PERDONACI se continuiamo a far fede solo sulle nostre forze, se ci fidiamo solo della nostra umanità così debole e fragile, se non siamo permanentemente impegnati ad educarci e ad educare i nostri figli alla sacralità della vita umana, al rispetto reciproco e al perdono! Signore Gesù, tu che ci hai insegnato che solo l’Amore è più forte della morte, ascolta la voce della nostra preghiera e AIUTACI a non assuefarci al male, a non abituarci alle tragedie e a curare e guarire il nostro cuore malato. AIUTACI a non rassegnarci di fronte all’ennesima vittima innocente della più assurda violenza, quella che può generarsi nella solitudine di alcune nostre famiglie. AIUTACI ad edificare un mondo dove la misericordia e l’amore prevalgano sulle ruggini del rancore e del risentimento. AIUTACI a donare a chi è piagato e abbattuto da questa immane tragedia l’abbraccio della solidarietà, il calore della fraternità e l’apertura di cuore da parte di tutti noi. AIUTACI a comprendere che solo un patto educativo stabile e costruttivo potrà trasformarci in una comunità capace di far emergere in ogni uomo e in ogni donna una persona ricca di potenzialità e perciò capace di costruire rapporti positivi, maturi, riconoscenti e liberi, nei quali riconoscere nell’altro/nell’altra un terreno sacro da abitare con cura e rispetto. Signore Gesù, tu che hai pianto sulla tomba del tuo amico Lazzaro, AIUTACI a comprendere che le nostre lacrime saranno feconde solo quando riusciremo a spogliarci da quelle maschere che ci impediscono di conoscerci e lasciarci conoscere nella nostra vulnerabilità, nella nostra vera umanità. Questa strada – fatta di autenticità nelle relazioni e di solidarietà tra di noi – è l’unica percorribile se vogliamo interrompere qualsiasi spirale di odio e rancore, se non vogliamo più piangere il sogno di una vita prematuramente spezzata, i sogni di questa donna che era compagna, sorella e madre, e desiderava semplicemente un luogo, una vita in cui potersi sentire amata nella sua unicità irripetibile. Signore Gesù, nella nostra accorata e fervente preghiera, desideriamo affidare alla tua infinita bontà la nostra sorella Concetta nella serena speranza che, tolta tragicamente da questo mondo così malato, ella possa ora godere pienamente dell’amicizia con te, Amore misericordioso ed eterno. Siamo certi che valgano per lei le beatitudini proclamate nel Vangelo appena ascoltato, e che possano portare conforto ai suoi cari in questo momento di così grande dolore: «Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati (…) Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli (…) grande è la vostra ricompensa nei cieli» (Mt. 5,1-12). Infine, ASCOLTA Signore la voce della mia e nostra preghiera, affinché la tua misericordia possa raggiungere tutti coloro che sono particolarmente coinvolti in questo dramma, vittime e carnefice, nessuno escluso. Ti chiediamo anche, Signore, di aiutare ciascuna e ciascuno di noi a diffondere solo atteggiamenti di dialogo e a sviluppare solo sentimenti di rispetto e di attenzione verso tutte le donne e tutti gli uomini che incontriamo. Santa Maria, donna del pianto, raccogli le nostre lacrime e aiutaci a guarire dalla piaga dell’egoismo e del dominio sull’altro, liberaci dalla rassegnazione e infondi in noi il desiderio di cambiare questo mondo, iniziando proprio da noi stessi. Sia lodato Gesù Cristo.

                                                                                                             +Francesco Massara, Arcivescovo