Che riaperture a Camerino!
Dopo nove anni di chiusura e un lungo percorso di restauri, Camerino ritrova uno dei suoi luoghi simbolo più amati. Giovedì 16 ottobre l’arcivescovo Mons. Francesco Massara riaprirà ufficialmente il Museo diocesano G. Boccanera e il Palazzo arcivescovile, restituiti alla comunità dopo le gravi ferite del sisma del 2016. La cerimonia si terrà alle 10 in piazza Cavour, con i saluti delle autorità, la riapertura ufficiale e una visita guidata al nuovo allestimento, seguita da un momento conviviale aperto alla cittadinanza. La riapertura rappresenta un momento di forte rinascita culturale, sociale ed economica per l’intero territorio camerte. Il Museo diocesano, completamente rinnovato, propone un percorso espositivo che valorizza opere di straordinario rilievo, dal Maestro dei Magi di Fabriano a Luca Signorelli, dal Baciccio a Giovan Battista Tiepolo, passando per Giovanni di Piermatteo Boccati e Lucantonio di Giovanni Barberetti, in un viaggio che racconta secoli di arte e spiritualità. “Questo museo non è solo un luogo d’arte, ma un segno di memoria, di fede e di speranza. – ha dichiarato Massara – Ogni pietra restaurata rappresenta un gesto d’amore verso la città e la sua storia. La bellezza che oggi contempliamo è un dono che ci invita a non arrenderci, a custodire il bene ricevuto e a guardare avanti con fiducia”. Fondato nel 1965 dal professor Giacomo Boccanera, il museo ha attraversato varie fasi di ricostruzione, fino a questa nuova apertura che rinnova il legame tra passato e futuro. “Non è solo una restituzione, ma una vera riscrittura del percorso museale – ha sottolineato Barbara Mastrocola, direttrice del Museo. – Abbiamo voluto creare un museo vivo, accessibile, narrativo, che restituisca voce alla comunità e accompagni il visitatore in un viaggio tra fede, arte e bellezza. È un simbolo concreto della capacità di Camerino di risorgere e continuare a generare cultura”. Con la riapertura del Museo diocesano e del Palazzo arcivescovile, Camerino ritrova il proprio cuore culturale, un faro di memoria, fede e bellezza che illumina la ricostruzione dell’Appennino marchigiano.















